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Combinazione di Empliciti con Pomalidomide e basse dosi di Desametasone per il trattamento dei pazienti con mieloma multiplo recidivato e refrattario, approvata nell'Unione Europea


La Commissione Europea ( EC ) ha approvato Empliciti ( Elotuzumab ) in combinazione con Pomalidomide ( Imnovid ) e basse dosi di Desametasone ( regime EPd ) per il trattamento dei pazienti adulti con mieloma multiplo recidivato e refrattario che abbiano ricevuto almeno due precedenti linee di terapia, inclusa la Lenalidomide e un inibitore del proteasoma, e abbiano mostrato progressione della malattia durante l’ultimo trattamento.

L'approvazione si basa sui dati dello studio ELOQUENT-3, in cui la combinazione EPd ha raddoppiato, rispetto al regime Pomalidomide e basse dosi di Desametasone ( Pd ), sia la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) mediana che il tasso di risposta globale ( ORR ) in pazienti con mieloma multiplo recidivato e refrattario.

Il mieloma multiplo è una malattia che recidiva frequentemente e la probabilità che il tumore si manifesti nuovamente dopo il trattamento iniziale è alta.
EPd è la prima tripletta di combinazione approvata nell'Unione Europea basata su uno studio randomizzato che utilizza lo standard di cura, Pd, come agente comparatore.

ELOQUENT-3 ha dimostrato che l’aggiunta di Elotuzumab a Pd può prolungare significativamente la sopravvivenza libera da progressione di malattia in pazienti con mieloma multiplo pesantemente pretrattati, indipendentemente dal numero di precedenti terapie ricevute.
La sopravvivenza libera da progressione valutata dallo sperimentatore, endpoint primario dello studio, è risultata di 10.25 mesi ( IC 95%: 5.59 - non-valutabile ) nei pazienti randomizzati a EPd rispetto a 4.67 mesi ( IC 95%: 2.83 - 7.16 ) in quelli trattati con il solo regime Pd, indicando una riduzione del 46% del rischio di progressione di malattia ( hazard ratio, HR 0.54; IC 95%: 0.34 – 0.86; p = 0.0078 ) tra i bracci EPd e Pd dopo un follow-up minimo di 9.1 mesi.
Il tasso ORR, un endpoint secondario dello studio, è stato del 53.3% ( IC 95%: 40.0 – 66.3 ) rispetto al 26.3% ( IC 95%: 15.5 – 39.7; p = 0.0029 ) nei pazienti che hanno ricevuto rispettivamente EPd e Pd.

La sopravvivenza globale ( OS ) mediana non è stata raggiunta nel braccio di trattamento con EPd.

Gli eventi avversi di grado 3-4 correlati al trattamento erano comparabili tra i gruppi EPd e Pd.
Infezioni di ogni grado si sono manifestate nel 65% dei pazienti in entrambi i bracci.
I tassi degli eventi avversi ematologici più frequenti di grado 3-4, neutropenia ed anemia, erano rispettivamente del 13% e 10%, nei pazienti che hanno ricevuto la combinazione EPd, e rispettivamente del 27% e 20% in quelli trattati con Pd, malgrado una più prolungata esposizione nel braccio EPd e la simile intensità di dose di Pomalidomide nei due bracci.

Gli eventi avversi hanno portato alla sospensione della terapia nel 18% dei pazienti nel braccio EPd, rispetto al 24% nel braccio Pd.

L’Autorità regolatoria americana, FDA ( Food and Drug Administration ), ha approvato a novembre 2018 la tripla combinazione EPd per il trattamento dei pazienti adulti con mieloma multiplo, trattati in precedenza con almeno due linee di terapia, contenenti Lenalidomide e un inibitore del proteasoma.

ELOQUENT-3 è uno studio di fase 2 in cui sono stati randomizzati 117 pazienti con mieloma multiplo refrattario o recidivato e refrattario a ricevere un trattamento con la combinazione EPd ( n=60 ) o Pd ( n=57 ) in cicli di 28 giorni fino a progressione della malattia o tossicità inaccettabile.
Nel braccio EPd, Elotuzumab è stato somministrato per via endovenosa alla dose di 10 mg/kg ogni settimana per i primi due cicli e successivamente 20 mg/kg ogni 4 settimane.
Il numero mediano di cicli di trattamento era 9 per il braccio EPd e 5 per il braccio Pd.

Elotuzumab è un anticorpo immuno-stimolante che ha come bersaglio specifico SLAMF7 ( Signaling Lymphocyte Activation Molecule Family member 7 ), una glicoproteina di superficie espressa nelle cellule di mieloma, indipendentemente dalle anomalie citogenetiche.
SLAMF7 è anche espressa sulle cellule Natural Killer ( NK ), sulle plasmacellule, e a livelli più bassi su un gruppo specifico di cellule immunitarie differenziate appartenenti alla linea ematopoietica.
Elotuzumab agisce attraverso un duplice meccanismo d'azione: attiva direttamente il sistema immunitario con le cellule NK attraverso la via SLAMF7 e, legandosi a SLAMF7 sulle cellule di mieloma, le rende sensibili al riconoscimento e alla distruzione cellulo-mediata da parte delle cellule NK, attraverso la citotossicità anticorpo-dipendente.

Elotuzumab è stato inizialmente approvato dall'Agenzia regolatoria statunitense FDA ( Food and Drug Administration ) nel 2015 in combinazione con Lenalidomide e Desametasone ( ELd ) nel trattamento dei pazienti con mieloma multiplo che avevano ricevuto da una a tre linee di terapia precedenti.
Nel 2018, Elotuzumab è stato approvato dalla FDA per il trattamento dei pazienti con mieloma multiplo che avevano ricevuto almeno due precedenti terapie, contenenti Lenalidomide e un inibitore del proteasoma.
Le indicazioni di ELd e EPd sono state successivamente approvate dall'EMA ( European Medicines Agency ), rispettivamente nel 2016 e nel 2019. ( Xagena2019 )

Fonte: Bristol-Myers Squibb & Abbvie, 2019

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